Il portale “Giovanili Nazionali, il calcio è dei giovani” è nato da poche settimane e ha l’obiettivo di raccontare e curiosare intorno a un mondo, quello del calcio giovanile, ancora un po’ sconosciuto agli occhi dei più.
Infatti tutti gli appassionati di calcio parlano soltanto di prima squadra, sia essa in serie A, serie B, Lega Pro o nei campionati dilettantistici, ma pochi coltivano la passione di parlare del calcio giovanile e dei sentimenti di questi giovani, talvolta giovanissimi, atleti che si impegnano tante ore al giorno senza trascurare gli studi, col bello o cattivo tempo per raggiungere il loro traguardo.
Ci sono spesso le famiglie dietro i sacrifici di questi ragazzi, genitori che investono denaro e soprattutto tempo per portare i giovani calciatori ai campi di allenamento o ai centri sportivi per le partite, genitori che in particolare si privano di tanto tempo da poter dedicare alla crescita dei propri figli come “uomini”.
Già le famiglie, perché ci sono quelle che incoraggiano i ragazzi con l’obiettivo di regalare un sorriso e una soddisfazione ai propri figli facendo viver loro l’adrenalina dell’essere applaudito o fischiato, e poi ci sono quei genitori meno”educatori” che vedono nei loro figli la possibilità di un loro successo personale.
Questa categoria a noi di Giovanili Nazionali piace molto poco perché si tratta di madri o padri che spesso rimproverano un ragazzino di 13, 14 o 15 anni per un gol sbagliato o un errore grave, ma in fondo se sbagliamo ancora oggi noi adulti in cose molto più importanti e serie, perché non possono farlo loro? Chi siamo noi per giudicarli? E per questo motivo che il nostro sito dal primo secondo ha deciso di non inserire mai al termine di una partita le famose pagelle, sia perché riteniamo di non avere alcuna autorità o ruolo istituzionale per giudicare il loro operato e soprattutto perché non ce la sentiremmo mai di dare un voto molto basso a un giovanotto di 14 anni per un calcio di rigore tirato fuori o per un retropassaggio sbagliato. Giovanili Nazionali ha l’obiettivo di valorizzare questi ragazzi in primis come essere umani e, quando possibile, raccontare la loro storia e il loro percorso senza far diventare gli articoli una fredda lettura del curriculum vitae.
Certo non potremo mai raccontare tutte le migliaia di storie di ogni singolo atleta, ma pescheremo su e giù per l’ Italia un po’ di “vicende” per regalare una volta tanto la prima pagina non per forza al primo della classe.